Segni propri
16 giugno 2023 Ore 18:00 - 20:00 Daste | Via Daste e Spalenga, 13-15 Bergamo
 
 
LABORATORIO | Ore 18.00, Daste
Segni Propri
con Aristide Rontini e Diana Anselmo, Al.Di.Qua Artists - durata 2 ore

Il workshop a opera di Al.Di.Qua. si propone di smantellare, con tutta la cura pestifera e necessaria, il mito del corpo abile e inossidabile. Lo fa partendo da un affondo teorico sui temi dello stigma e su come le interazioni sociali mutino quando vi è la presenza di un elemento considerato di discredito, approdando poi alla seconda parte, più pratica, che riguarderà il corpo nel contesto urbano come segno di non conformità, di dirottamento delle norme sociali, di rivolta e riappropriazione.

Un’iniziativa di FDE Festival Danza Estate e Festival ORLANDO.
È garantito il servizio di interpretariato LIS, in collaborazione con ENS – Ente Nazionale Sordi, Sezione Provinciale di Bergamo.
 

INFO

Ingresso gratuito, per un numero limitato di partecipanti. Prenotazione obbligatoria scrivendo a prenotazioni@orlandofestival.it.
 
 
 

DIANA ANSELMO è performer Sordo, attivista ed essere umano improvvisato.

Durante il percorso magistrale in Teatro e Arti Performative allo IUAV di Venezia, esordisce con la sua prima performance “Autoritratto in 3 atti” (2021), tutt’ora presentata in vari festival italiani e non (DIS_Festival - Serbia, ORME Festival - Svizzera). All’estero esordisce a Berlino, performando con artisti del calibro di Xavier Le Roy in "Le Sacre du Printemps (2022)". È tra i fondatori di Al.Di.Qua. Artists, prima associazione in Europa di e per artist* con disabilità, per cui ha partecipato come speaker in vari Festival europei (IntegrART - Svizzera, DansFunk - Svezia, Holland Dance Festival - Olanda). Fra le varie cose, membro più giovane del Cultural Advisory Board del British Council.

 
ARISTIDE RONTINI è performer, coreografo e praticante di comunità di danza. Si è diplomato come danzatore alla Codarts – Rotterdam Dance Academy nel 2010. Ha lavorato come performer per Simona Bertozzi (It), Michela Lucenti/Balletto Civile (It), Candoco Dance Company (Uk), Alessandro Schiattarella/BewegGrund (Ch), Teatro Della Tosse (It), Angelica Liddell (Sp), Carl Olof Berg/Spinn (Sv), Vahan Badalyan (Armenia) e Diego Tortelli/Aterballetto (It). Negli ultimi anni ha sviluppato una propria ricerca artistica, presentando i lavori “It moves me”, “Giovane Notturno”, “Talitha Kumi”, “Alexis” e “Alexis 2.0”. La sua ricerca si interroga sulla dimensione dell'identità, sul rapporto tra individuo e società e sul rapporto tra uomo e natura. E’ interessato al linguaggio coreografico, alla multidisciplinarietà, alla letteratura e al cinema. E’ Danzeducatore® in danza educativa e in danza di comunità. La sua pratica artistica incontra spesso comunità di non professionisti in progetti tesi alla trasmissione di pratiche corporee, allo sviluppo di tematiche specifiche attraverso il linguaggio coreografico o ibridato con altri linguaggi o alla creazione di eventi performativi. A seconda del progetto incontra gruppi intergenerazionali o con specifiche caratteristiche e fasce d’età, e a seconda degli obiettivi le modalità adottate sono più o meno partecipative. È stato coinvolto in diversi progetti europei volti a sostenere artisti con disabilità e sull’accessibilità della fruizione artistica per un pubblico cieco o sordo. Nel 2020, insieme ad altri artisti italiani con disabilità, fonda Al. di. Qua. Artists, un gruppo di nuova costituzione all'avanguardia nella difesa dell'autonomia e dei diritti degli artisti disabili in Italia.

Al.Di.Qua. Artists (Alternative Disability Quality Artists) è la prima associazione italiana di categoria di lavoratrici e lavoratori dello spettacolo portatrici di corpi disabilitati. Nato nel 2020, dopo che artistə di diverse discipline e disabilità si sono riunitə per ragionare e proporre istanze in merito all’accessibilità del mondo nel lavoro artistico.
I principali obiettivi dell’associazione sono:
  • garantire a una persona disabile accessibilità piena sia in termine di fruizione artistica che di produzione autonoma;
  • garantire a una persona disabile che voglia studiare una disciplina artistica pieno accesso allo studio e possibile impiego;
  • mettere in discussione l’immaginario solitamente identificante le persone disabili – e quindi anche l’impiego che ne viene fatto – in produzioni “abili”.
 
© Foto Clara Mammana
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